“Mentre lavoravo al mio albero genealogico,
ho capito uno strano destino che mi collega ai miei avi.
Ho fortemente il sentimento di esser sotto l’influenza  di cose o di problemi che furono lasciati incompiuti
o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni e dai miei antenati.
Ho sempre pensato che anche io dovevo rispondere
a delle domande che il destino aveva già posto
ai miei antenati e alle quali non si era riuscito a trovare alcuna risposta
o anche che dovevo risolvere o semplicemente continuare
a occuparmi di problemi che le epoche interiori lasciarono in sospeso.
(C.G Jung: Ricordi, sogni, riflessioni, 1965)
La metodologia di riferimento è integrata e multidisciplinare, con particolare attenzione all’area “relazionale/sistemica”, ove con sistemica si intende la considerazione che viene rivolta alla persona in quanto espressione del suo sistema di appartenenza, che include famiglia, amici, scuola, ambiente di lavoro…
Fa inoltre riferimento alla teoria trigenerazionale e ai principi delle teorie evolutive, ponendo la comprensione dell’individuo e delle sue tappe di sviluppo all’interno di un metodo di osservazione che permette di coglierne i comportamenti attuali come metafore relazionali, ovvero come segnali impliciti di bisogni e coinvolgimenti emozionali/affettivi del passato che si manifestano concretamente nelle relazioni significative del presente. Il benessere e la realizzazione della persona, così come la costruzione dei suoi legami affettivi, quali quello di coppia e quello con i figli, sono strettamente correlati alla possibilità di emanciparsi da questi vincoli del passato, superando i propri bisogni di dipendenza.
La consulenza psicologica è utile ogniqualvolta si perdano i punti di riferimento, o sia necessario risolvere un problema per migliorare la qualità della propria vita. In questo caso, gli interventi sono piuttosto brevi, orientati all’efficacia e possono essere anche di gruppo, come ad esempio quelli mirati al raggiungimento di una comunicazione assertiva.
La psicoterapia è, invece, un genere di intervento generalmente di maggior durata (sebbene la valutazione sia demandata a ogni singolo caso…) ed è indicata in tutte quelle situazioni che richiedono un trattamento più “importante” in cui tra psicoterapeuta e paziente viene a crearsi quell’“alleanza terapeutica” necessaria ad affrontare e superare insieme aspetti di sofferenza più intensi e pervasivi.
La vita è, infatti, costellata di numerosi momenti di passaggio, alcuni prevedibili, come la separazione dalla famiglia d’origine, la formazione di una nuova coppia, la nascita dei figli, la loro crescita fino allo svincolo, l’invecchiamento…e altri inattesi, quali la separazione della coppia genitoriale per la morte di un coniuge, la perdita di un membro della famiglia, etc., che rappresentano veri e propri “compiti i sviluppo”, transizioni spesso portatrici di criticità, di fronte alle quali si rischia di bloccarsi. E’ proprio allora che può nascere una domanda di sostegno.
Il lavoro psicoterapeutico diventa, quindi, funzionale allo sblocco delle dinamiche relazionali in atto, in quanto favorisce, da una parte, il cambiamento e la riorganizzazione nelle fasi di transizione, e fornisce, dall’altra, strumenti e senso di competenza per affrontare le future sfide dell’esistenza.